La gioventù credo che sia la cosa più bella che ci possa capitare, nel percorso del viaggio della nostra vita.
In gioventù, ci sono i sogni, le speranze, la voglia di diventare grandi alla grande.
Comunque, possiamo dire che quando si prosegue nel viaggio della vita e qualche volta capita guardarsi indietro, si dice: “se tornassi indietro ... quella cosa lì.. oggi non la farei...”
Spesso, forse per un po’ di invidia, forse perché sono un papà anch’io, mi capita di osservare i giovani. I giovani di tutte le età: dai perennemente sdraiati, ai bimbi turbolenti, oppure i perennemente presi da un video... quello del cellulare, i quali non si rendono conto della vita che scorre al loro fianco.
Questi ultimi talvolta si destano al richiamo di qualche famigliare, per ricordare loro che la pasta è nel piatto servita... perché ogni tanto si nutrono.
Alzano gli occhi e increduli, guardano i commensali, e dicono:«ma che belle persone che ho intorno a me..» ...«caro sono i tuoi fratelli e i tuoi genitori» «... ah si !!!! Però !...»
Il perdere il senso della realtà delle cose, il perdere completamente il rapporto con il mondo che ci circonda, credo che sarà, il vero problema sociale del futuro. Vedremo.
Poi quando arriva sera, i giochi si fanno seri, perché l’accaparramento dello strumento più potente che si ha in casa diventa una guerra senza confini, in confronto, lo sbarco in Normandia, è stato una dolce passeggiata tra amici:
prendere possesso del ... telecomando....
Ognuno, in famiglia, se ancora ce l’hai una famiglia, perché potresti anche non averne più una, perché qualche sms selvaggio, uscito, in un momento poco opportuno, ti ha costretto ad uscire dalla tua casa prima del previsto.
Oppure, di famiglie ne hai più di una, quindi puoi scegliere dove andare, oppure ne hai una allargata allora la sera intorno alla televisione hai la folla... di tutte le età, e magari anche di varie etnie. Però consideriamo, l’originale, la famiglia quella da spot del «Mulino Bianco» ...
È evidente, che se non hai quel potere politico è quella forza del ruolo che ti viene riconosciuta, cadi in minoranza e quindi programmi come X-Factor, ti toccano, sei costretto a guardarli, o magari ad ascoltarli dalla tua scomoda poltroncina dei perdenti che ti hanno riservato per leggere un libro per non rompere i “coglioni”.
Questa volta però, lo ascolto, cerco di capire un programma che non ho mai avuto il piacere di vedere, e credo che per il resto dei miei giorni non guarderò.
Un programma musicale, così mi giungono voci dalla cucina, come avrebbe detto qualcuno.
I presentatori, sono quattro: la simpatica e sempre giovanile Mara Maionchi, il solito Fedez, che ha lasciato a casa la Chiara Ferragni, magari la prossima volta se resta a casa anche lui, saremmo tutti più felici. Il trististissimo Agnelli, quando ho sentito il suo cognome, ho pensato ad un cugino di Lapo, lato madre, invece, solo il cognome li accomuna, meno male perché almeno Lapo ogni tanto nonostante tutto è pure simpatico.
Poi una certa Levante. Non so ma mi ricorda , quando l’ho sentita, sempre dalle cucine, il film di Pieraccioni, il Ciclone... Levanteeee!.... Lo ricordate?
Ho iniziato a pensare, guardando quella platea di giovani e anche i giovani che erano lì sdraiati sul divano:
sento un senso di tristezza e nostalgia perché oggi, i nostri tempi sono così, tutto si consuma nel breve lasso di tempo X , tutto poi viene lasciato al suo oblio.
Il dolce apparire, che a tutti tanto piace, il bello di farsi vedere anche un po’ famosi. Perché tutti in fondo siamo un po’ narcisi. Sono i nostri tempi, così un po’ barbari, i tempi di coloro che un selfie in costume o in tutta da sci, non lo fanno mai mancare.
Il filmato, la canzone, quel cantante anche se intonato che si chiami Lieitra, oppure Nigiotti, poco conta. Perché tanto tra qualche settimana nessuno si ricorderà più di loro o forse solo di uno, chissà!
Credo che ormai quello che conta oggi, non è più il valore delle cose che valevano soltanto 10 anni fa. Qualcuno, dirá:«ma questo è il progresso,Signori!».
X-FACTOR, come tantissime altre cose che scorrono davanti ai nostri occhi, passeranno senza nulla lasciare, come contrariamente invece avrebbe fatto quel libro che ora vedo riposto sul comodino della mia camera da letto, dal titolo «La fermezza del saggio» di Seneca, che sicuramente avrebbe salvato il mio cervello è fatto capire meglio molte più cose della vita di oggi, piuttosto che quel rumore dei tanti bla..bla... tra..ta..taa..,che oggi inquinano la nostra esistenza e soprattutto, quella dei nostri giovani, che sono il nostro futuro!
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©El Capitan del Galeone Indipendente